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Schendel, Arthur François Emile van.

Scrittore nederlandese. Fin da giovane venne a contatto con gli ambienti artistici di Amsterdam, dove conobbe Kloos, Verwey e Gorter. Viaggiò in Inghilterra, dove conobbe le opere di Shakespeare, e nei Paesi Bassi; dal 1920 si stabilì in Italia, dedicandosi esclusivamente alla letteratura. La ricca produzione di S. si può suddividere in tre fasi distinte. La prima, quella romantica, va dal 1896 al 1930 ed è comunemente definita “periodo italiano” per il fatto che è l'Italia tardo-medioevale a costituire lo sfondo privilegiato delle opere. Già nel primo racconto, Dragon (1896), si trovano i caratteri distintivi di questo primo periodo: nella dimensione astratta dallo spazio e dal tempo, nei personaggi appassionati e mossi dal desiderio di cose lontane e sconosciute, nell'idea del destino e della solitudine quali fondamenti della realtà, nell'ideale di un'esistenza libera si avverte la reazione al Naturalismo di S., che pone le premesse per una scuola neoromantica. Fra gli scritti più significativi di questo primo periodo si annoverano: i due racconti del vagabondo Tamalone, Un vagabondo innamorato (1904) e Un vagabondo smarrito (1907); La montagna dei sogni (1913); I fiori dell'amore (1921); Rose-Angélique (1922); il racconto poetico Angiolino e la primavera (1923). Nella seconda fase della produzione di S., detta “periodo olandese”, la realtà dei Paesi Bassi e delle Indie del XIX sec. confina in secondo piano l'elemento romantico e fantastico; lo stile si fa concreto e obiettivo, mentre la presenza del destino, già contenuta nelle prime opere, diviene dominante. Tra gli scritti più degni di nota si ricordano: Il canto dell'ultimo veliero (1930); Un'isola nel Pacifico (1931); Jan Compagnie (1932); L'uomo dell'acqua (1933); Un dramma olandese (1935); L'uomo ricco (1936); Gli uccelli grigi (1937). Nella terza fase ricorrono gli stessi temi delle opere precedenti, ma la leggerezza e la giocosità dei toni contribuiscono ad attenuare la drammaticità della solitudine umana, governata dal potere di un destino cieco. Appartengono a questo periodo, caratterizzato più da lunghi racconti che da romanzi: Il mondo a una festa da ballo (1938); I sette giardini (1939); Il signor Oberon e consorte (1940); Il misantropo (1941). Vennero pubblicati postumi: La vecchia casa (1941); Ombre di passaggio (1948); Un mondo pulito (1950) (Batavia 1874 - Amsterdam 1946).